Burma-Shave

Con l’aiuto di Google, di precedenti traduzioni e con il mio lavoro ho fatto la prosa ad una poesia triste raccontata da Tom Waits. Tradurre una canzone-poesia con licenze d’autore ed evocative è compito difficile. Chiedo scusa se non sono stato all’altezza.

Spero vi piaccia

Burma-Shave, Foreign Affairs, 1977

Un tatuaggio alla liquirizia trasformato in un’arma blu metallo scarabocchiato sulle spalle. Una città morente.
Mostrò il suo lato buono attraversando i binari della ferrovia, e la cicatrice sul ventre di lei attirò l’estraneo di passaggio. Era un delinquente minorenne che non aveva ancora imparato a comportarsi. I poliziotti mai avrebbero pensato di cercarlo a Burma-Shave.
E la strada era come un nastro e la luna come un osso.
Non sembrava essere un ragazzo conosciuto, somigliava un po’ a Farley Granger con i capelli tirati indietro.
Lei disse: “Vado matta per i tipi con cappello da Cowboy. Quanto vai lontano?”.
Lui rispose: “Dipende da cosa intendi. Mi fermo qui solo per fare un po’ di benzina. Immagino d’andar via, fino a che la strada è asfaltata, e suppongo che diresti che sto andando a Burma-Shave”.
Lei con le ginocchia sul cruscotto si tolse le spille, rovesciò i suoi capelli come birra e, facendo scoppiare il chewing-gum, arcuò la schiena.
“Che diavolo, Merysville non è nient’altro che un punto nella strada. Ci sono notti in cui il mio cuore batte come un tuono, non capisco perché non esploda, ciascuno in questa città marcia ha un piede nella fossa, per questo preferisco tentare la sorte a Burma-Shave”.
“Io amo Presley, perché non cambi stazione? Conta i silos di grano dallo specchietto retrovisore”.
Lei disse: “Mister, in ogni dove tu stia andando, fai in modo che sparisca la fitta infernale che sento quando vado a letto coi sogni già morti la mattina. Scaccia dalla mia testa i cattivi pensieri e io stanotte farò come i fuggitivi, non terrò la parola data. Perché non bevi un altro sorso e sorpassi quella macchina se sei così coraggioso? Voglio arrivare a Burma-Shave prima che il sole sorga”.
Ma il cristallo si spezzò e divenne ragnatela e la Mustang, urlando fumo dalle gomme, si contorse.
Solo un centesimo dei sogni e di ciò che riuscirono a conservare giace illuso sulla strada che conduce a Burma-Shave.
E il sole colpì il carro attrezzi disegnando l’ombra dell’ala di un pipistrello sul lato della macchina ove lei sedeva, e quando la portarono fuori dalla carcassa gli occhiali da sole ancora indossava.
Dicono che i sogni crescono selvaggi a Burma-Shave.

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