Omaggio a Tom Waits

E questo è forse un racconto inventato.
Il mio incontro con Thomas Alan Waits da Pomona non è datalmente affidabile.
Ho impresso il ricordo leggendario d’aver visto in qualche sala cinematografica di Cagliari “Daunbailò “ nei primi anni di Università assieme alla mia fidanzata, quindi dall’anno 1987.
E, considerato che il film è del 1986 il mio ricordo dovrebbe corrispondere al vero e smentire le notizie che danno la distribuzione nelle sale italiane dall’anno 2002.
In effetti, in quel periodo andavo spesso al cinema e mi incuriosivano le opere “stranger than .…”, è sufficiente citare “Il cuoco, il ladro sua moglie e l’amante” di Peter Greeneway.
Il ricordo che ho di Daunbailo’ è un bianco e nero in originale inglese con sottotitoli in italiano, Roberto Benigni e i due compagni John Lurie e Tom Waits per me ancora sconosciuti, la prigione, la fuga e le paludi della Louisiana.
Una sceneggiatura senza pretese e una fotografia che mi attirò sin da subito.
Solo in seguito riuscii ad apprezzare le storie semplici e leggere.
Jim Jarmusch, chi era costui? Dimenticato già all’uscita della sala cinematografica.
Il trio Jarmusch, Benigni, Waits si ripropose successivamente con l’insuperabile “Night on earth”.
Non so se in seguito Daunbailo’ passò in TV e lo vidi riportando in superficie i ricordi nascosti negli anni. Di certo nel 2002 non lo vidi al cinema in quanto impegnato giorno e notte a fare il Sindaco.
Dalla seconda visione però il “Jockey full of bourbon” e il “Tango till they’re sore “ lasciarono il segno e quando un artista mi piace comincio a raccogliere materiale.
I primi cd furono acquistati contemporaneamente, “Swordfishtrombones” e “Rain dogs” che, come album, assieme a “Small change” e “Blue Valentine” rimangono miei preferiti.
Ma nonostante sia arrivato in ritardo di una generazione ad apprezzare Tom Waits, non me ne vergogno.
D’altronde l’album d’esordio “Closing Time” è stato distribuito nel 1973, nel mio sesto anno di vita.
E quando Tom Waits fu premiato e osannato dal pubblico del Premio Tenco nell’anno 1986, in quel periodo il mio gruppo più alternativo erano i Pink Floyd.
La musica di Tom Waits, per chi sa pazientare e vuole uscire dai cliché, è una perfetta miscela di pianoforte, contrabasso, chitarra, sax, strumenti improbabili e voce definita piena di whisky e asfaltata.
La miscela crea sonorità jazz e blues nebulose, come nelle paludi della Louisiana, e la melodia non ti lascia più. I testi delle canzoni sembrano uscire da un set cinematografico.
L’artista si è evoluto passando da sonorità classiche a sonorità sperimentali ma l’unicità del prodotto rimane.

E “Alice” (2002), “Blood Money” (2002) e “Real gone” (2004) … solo musica di alta statura.

Due canzoni contro la guerra: “Road to peace” e “Hell broke luce” per i testi crudi o aggrovigliati da riferimenti, citazioni, giochi di parole metaforici sono degni dell’orco di Pomona.

Altre due canzoni, “Starving in the belly of a Whale” e “Everything you can think” possono essere scritte per la collana “romanzi d’avventura”.

In ultimo per gli ammiratori, “Kommeniedzuspadt” con l’attacco di voce, contrabasso, sax e strumenti non decifrabili in crescendo, trascina il cultore di Tom in un turbinìo catartico.

Alcune melodie sono minori, ma dopo cinquant’anni di servizio sarebbe eccessivo pretendere solo capolavori. Tom Waits racconta “la parte sbagliata dell’America” e non “l’orgoglio americano” ed è stato interpretato da artisti di fama mondiale come da bravi quanto sconosciuti cantanti.
Ognuno ha omaggiato Tom Waits attingendo dal suo variegato repertorio.
Le sue presenze da David Letterman vanno dal 1983 al 2015, e nonostante sia presente al Rock n Roll of Fame introdotto da Neil Young, il grande pubblico ancora non lo conosce.
Spesso mi è capitato di chiedere: conosci Tom Waits? Responso negativo, neppure sentito nominare.
Quindi mi fregio godere di appartenere alla vasta, ma non troppo, platea degli amanti di un cantante unico, ma dalla parte sbagliata.
La playlist proposta è la mia introduzione sentimentale dedicata a chi non lo conosce:

Tango till they’re sore;
Christmas card from a hooker in Minneapolis;
Picture in a frame;
Burma Shave;
Wrong side of the road;
Soldier’s thing;
Rains on me;
New coat of Paint;
Eggs and sausage;
Invitation to the blues;
Gun street girl;
Road to peace;
Hell broke luce;
Goin’ out west;
Make it rain;
Starving in the belly of whale;
Chicago;
God’s away on business;
Gold and diamonds;
Broken bycicles;
Swordfishtrombone;
Jockey full of bourbon;
The piano has been drinking;
Strange wheather;
It’s over;
The One that got away;
Take it with me;
Anywhere I lay my head;
Drunk on the moon;
Grapefruit moon;
Georgia Lee;
On the other side of the moon;
All the world is green;
Come on up to the house;
Alice;
Jersey girl;
On the nickel;
Martha;
Ol’ 55;
Fumblin’ with the blues;
Whistling past the graveyard;
Blue Valentines;
Green grass;
Chocolate Jesus;
Hoist that rag;
I don’t wanna grow up;
Temptation;
Non vi bastano?
Bad as me;
Big in Japan;
Walk away;
Small change:
Muriel;
Claps hands;
Underground;
Trampled rose;
Everything goes to hell;
Ice cream man;
I whish I was in New Orleans;
Heartattack and vine;
Warm beer and cold woman;
Downtown Train;
Rain dogs;
Little drop of poison;
Innocent when you dream;
Just right the bullets;
I never talk to strangers;
I’m not your fool anymore;
Lie to me;
Looking for the heart of Saturday night;
16 shells from a 30.6;
Never let go;
Talking at the same time;
Cold cold ground;
Kentucky Avenue;
Who are you this time;
That feel;
A little Rain;
Dead and lovely;
Blow wind Blow;
Yesterday is here;
Everything you can think;
Kommeniedzuspadt;
No one knows I’m gone.

Queste sono le mie preferite, ma le playlist altrui comprendono altre canzoni.
Io vi dedicherò quella che considero la più intima, “Invitation to the blues”, invitandovi alla lettura del testo.

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