Produttività – distribuzione – competitività

Estratto da: [ http://www.governo.it/Presidente/Comunicati/dettaglio.asp?d=69069 ] “… assume grande rilievo lo spread di produttività, che altrettanto pesantemente incide sulla capacità competitiva aziendale”.

Poi il comunicato di Palazzo Chigi prosegue incitando le parti sociali a “trovare un terreno di dialogo comune per intervenire sui fattori di produttività”.

Affinchè il comunicato stampa di Palazzo Chigi possa essere significante è necessario considerare la competitività del settore pubblico come parametro (cioè la si tiene un attimo ferma) ed analizzare solo quella del settore privato.

La produttività dipende dalla capacità di rendere minimi i costi dei fattori necessari alla produzione di una unità di bene (o servizio) venduto al mercato. Ovvero, dall’altra faccia della medaglia: dalla capacità di vendere al mercato la maggiore quantità di beni e servizi dato per ottimale il costo dei fattori della produzione.

Di conseguenza tanto maggiore sarà la produttività aziendale:

1)      quanto minore sarà il costo dei fattori necessari alla produzione di una unità di bene;

2)      ovvero, dato il costo dei fattori, quanto maggiore sarà la quantità di beni e servizi venduta al mercato;

I fattori della produzione però sono tanti: capitale investito (proprio ed a prestito), prestazione dei lavoratori, macchine/tecnologia, processi organizzativi, materie/servizi acquistati dall’esterno.

Nell’impresa, maggiore è la capacità dei fattori che vi partecipano di concorrere alla riduzione del costo medio unitario ovvero alla vendita dei beni e servizi al mercato e maggiore è la produttività.

Se il concetto di produttività fotografa un determinato istante, nel medio periodo il perdurare della produttività consente all’impresa di diventare competitiva.

Il passaggio dalla produttività alla competitività può essere compreso però solo dopo aver introdotto il concetto di distribuzione del ricavo ottenuto dalla vendita.

Il ricavo ottenuto dalla vendita infatti va a pagare il costo di tutti i fattori della produzione e la differenza positiva chiamasi profitto.

Con il passare del tempo i fattori della produzione necessitano di continui adeguamenti dovuti ai nuovi standard richiesti dal mercato ed il profitto deve essere distribuito, tra tutti i fattori della produzione e nel tempo, tenendo conto di questi adeguamenti.

Innovazioni nei prodotti e nei processi aziendali richiedono investimenti continui nelle immobilizzazioni, in macchine/tecnologia, nella ricerca applicata, nelle relazioni tra lavoratori e impresa (in altre parole nel know-how aziendale).

Non è possibile immaginare che una impresa viva nel medio periodo se il profitto va a remunerare soprattuto il capitale investito, in quanto l’impresa non sarebbe in grado di “aggiornare” agli standard richiesti dal mercato i restanti fattori della produzione.

Per realizzare la competitività aziendale pertanto è necessario un coinvolgimento positivo di interessi tra gli attori che, stante l’organizzazione sociale esistente, può avvenire in via mediata attraverso lo scambio configurandosi come accordo condiviso tra le parti nella generalità e non come imposizione o come accordo sottoscritto con una sola minoranza.

Produttività e Competitività. E la distribuzione del Reddito? Da soli od in pochi si fa poca strada ….

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